Yamaha MT-09: la nuova nuda giapponese!

Una storia lunga, arrivati adesso con la terza generazione più potente e leggera rispetto alla precedente con la quale ha in comune solo l’impianto frenante. Tra centri urbani e curve miste l’abbiamo portata in questa prova sulle strade pugliesi.

Il design

Con oltre 63.000 unità vendute dal 2013, undicesima moto in classifica per vendite sulle due ruote nell’anno 2020, la MT-09 riesce con sapienza a fondere in unico prodotto cura componentistica, forte carattere motoristico e personalità estetica ad un prezzo molto competitivo. Anteriormente è evidente la ricercatezza di una nuova linea, capace di abbracciare l’innovazione tecnologica evitando di omologarsi alle canoniche linee sportive, classiche in molte naked rivali. Troviamo infatti una firma luminosa LED composta da due giochi geometrici, quelli minimali del musetto che inglobano le due linee diagonali per le luci di posizione DRL con al centro un bulbo, anch’esso led, per anabbagliante ed abbagliante. Molto bello e funzionale il posizionamento delle prese d’aria sulle spalle del serbatoio14 i litri la sua capienza – funzionali per convogliare i flussi d’aria alle medie ed alte velocità. Lateralmente, sotto la sella alta 815 mm da terra, troviamo l’ormai famoso CP3 che sfoggia la sua cura rivitalizzante e dimagrante, capitolo che affronteremo dopo. Comoda il giusto per due persone, la sella presenta un rivestimento di buona qualità ma è poco sagomata, la presa la si scarica tutta quanta sul manubrio. Quest’ultimo, rivisto nell’angolo d’inclinazione del canotto di sterzo, riesce a trovare un buon compromesso tra quella che è la pozione di guida classica di una scarenata con una più incisiva, solida dei modelli motard. Nella parte posteriore infine, snello e pulito, il codone alloggia la predisposizione per poter montare due borse laterali oltre che, con l’aggiunta di un telaietto, anche un bauletto. A chiudere il tutto troviamo sotto, quasi nascosto, il terminale di scarico 3 in 1, aggiornato con un catalizzatore alle nuove norme Euro5.

La prova

Con un peso al netto sceso a 189 kg ed una cilindrata salita ad 889 cm3, il nuovo CP3 nonostante le restrizioni anti inquinamento, riesce a tirar fuori un’ottima grinta, da vera super sportiva con la coppia massima disponibile già a 7000 giri. Il motore, un 3 cilindri in linea trasversale ad iniezione e raffreddato a liquido, con adesso 119 cavalli, ben 4 in più rispetto alla precedente, riesce ad avere una curva d’erogazione veramente corposa, tanto da dover, con questo modello, equipaggiarsi di controlli elettronici quali mappatura motore alias riding mode, controllo anti impennamento oltre che il canonico ABS. Funzionale inoltre poter settare ognuno di questi aiuti per la guida, su 3 differenti livelli d’intensità a prescindere da quale modalità di guida si stia usando. La cura all’efficienza è veramente super completa: oltre mezzo chilo perso, infatti, lo si deve a nuovi cerchi in alluminio sviluppati da Yamaha, che segna in questo modello il valore peso più basso mai realizzato su questo componente. Per il capitolo ciclistica con un telaio Deltabox in alluminio ed una forcella telescopica da 41mm all’anteriore, abbiamo trovato in lei una guida arrogante ma sincera, molto caricata all’anteriore, sicuramente da sconsigliare ai neofiti delle due ruote. Dall’altro canto, insieme ad un valido impianto frenante da doppio disco freno di 298 mm ed un posteriore singolo da 245 mm, è riuscita a soddisfare le voglie ed aspettative di una guida più esperta, soprattutto nel misto extraurbano. Tra semafori e rotonde richiede maggiore attenzione: sicuramente non nasce per essere guidata in città ma, con la giusta esperienza ed un po’ di abitudine, si riesce a domarla facilmente. In conclusione, grazie anche ad una guida attenta, siamo riusciti a mantenere dei consumi parecchio bassi, intorno ai 25 km/l insieme ad un ottima calzata Bridgestone Sport Battlax. Prezzo? A partire da €9.499,00 in tre varianti: Icon Blue, Storm Fluo e Matt Black.