Yamaha Tracer 9 GT+: l’adventure sportiva definitiva

Quando un prodotto è già molto valido è sempre difficile migliorarlo, ma Yamaha ci è riuscita: Tracer 9 GT+ ha migliorie e differenze rispetto alla base, ecco come va.

Il progetto

Figlia di un percorso progettuale, anticipato prima dall’iconica TDM900 e poi dal 2015 dalla progenitrice Tracer 900, la Yamaha Tracer 9 GT+ 2024 va ad inserirsi nella gamma del brand di Hamamatsu, andando a collocarsi per il momento al vertice della gamma “Adventure” della casa, per potenza e dotazione tecnologica. Con i suoi 223 kg in ordine di marcia, il modello in esame si presenta carico di aggressività, con linee avvolgenti ma morbide, che combinano in unica moto un’indole spiccatamente sportiva unita ad una posizione di guida rivolta al rider, ben più comoda e con particolar attenzione a spazio e comodità anche in coppia. Il busto rimane ben dritto, il manubrio ampio è più rivolto verso chi la guida mentre braccia e gambe, anche per chi è sopra il metro ed 85, non sono sacrificate.

Com’è fatta

Ammiriamo meglio le caratteristiche estetiche di Yamaha Tracer 9 GT+. Partiamo subito con l’anteriore: un quadruplo faro molto riconoscibile, nella parte più alta le luci di posizione con delle sottili ma affilate luci Full LED e poco sotto due bulbi, uno dedicato all’abbagliante, l’altro all’anabbagliante. Spiccano poi sulla colorazione le forcelle a steli rovesciati firmate Kayaba. All’anteriore doppio disco 298 mm, cerchi da 17” in lega di alluminio a raggi, ovviamente della stessa dimensione per il posteriore, ed entrambi gommati Battlax by Bridgestone. Parte alta: un cupolino veramente ampissimo, con la possibilità di regolarlo anche manualmente, praticissimo. Poco più sotto, in tutta la sua grandezza e maestosità, lo schermo dell’infotainment, il pannello di controllo di questa belva da 119 cavalli. Ampiezza 7” a colori, connettività con Garmin.

Tra le gambe il serbatoio, 19 litri la sua capacità: è ben sagomato, morbido e riusciamo tranquillamente ad abbracciarlo tra le nostre gambe. Poco più dietro troviamo poi le selle, molto bello il dettaglio “Tracer” sovrimpresso su quella del passeggero, così come le cuciture in colorazione bianca e bronzea. Nella parte posteriore ovviamente i volumi sono ampi, parliamo di una moto Adventure, di conseguenza è di serie la presenza delle borse laterali “Tourer”: ciò vuol dire 30 litri di capacità per ognuna di esse e la possibilità di stivare al loro interno il casco. Nella parte più alta troviamo poi il classico maniglione con due appigli che permettono al passeggero di viaggiare tranquillamente insieme a noi.

Il ponte di comando è veramente ergonomico, i blocchetti sono intuitivi: tutti i pulsanti sono gestiti tranquillamente senza dover spostare le mani dalle manopole, queste ultime riscaldabili su ben tre livelli. La visibilità posteriore è molto buona, con specchietti ampi dotati di sfera, ciò permetterà di regolarli tranquillamente anche in marcia. Grazie poi alla presenza del cruise control adattivo, dotato di radar all’anteriore ed il joystick sul blocchetto di sinistra, con menu, regolazioni ed impostazioni, tutto è pratico e velocemente raggiungibile.

Struttura portante di tutta la moto è ovviamente il suo telaio. Un doppia trave in alluminio, in questo caso ben in evidenza per quanto la colorazione non sia a contrasto con quella della carrozzeria. Al posteriore il disco è singolo da 267 mm, a sinistra la trasmissione con catena classica, mentre per quello che riguarda la parte più in alto, il gruppo ottico posteriore è veramente caratteristico: ci permette quindi non solo di essere ben riconoscibili dagli altri ma di avere una certa personalità, grazie alla tecnologia LED. Sotto la sella, sul lato sinistro, troviamo poi la manopola per la regolazione della sospensione posteriore: questa così come all’anteriore, è totalmente regolabile, una vera chicca su un modello di questo tipo.

Come va

Cuore pulsante di tutto questo tripudio di tecnologia rimane il famigerato CP3: con ben 890 cc di volume, questo tre cilindri sfodera una potenza di 119 cavalli a ben 10.000 giri/min con una coppia massima di 93 Nm già a 7.000 giri/min. La trasmissione è lo stessa, con lo stesso cambio a 6 marce delle diverse versioni Tracer 9, oltre che delle sorelle XSR 900 ed MT 09: comodo e super utile avere già di serie la cambiata assistita dal sistema elettronico up & down che ci permetterà di poter inserire le marce senza l’intervento della frizione.

In marcia un grande plus per il comfort è dato dal cruise control adattivo, che permette di regolare la velocità in base al veicolo che ci precede, rallentando o accelerando automaticamente grazie ad un radar anteriore: praticissimo per tutti quei clienti Yamaha che vogliono affrontare centinaia di km in sella. A proposito della sella della Tracer 9 GT+, ha un’imbottitura comoda e veramente soffice. La trilaterazione tra lei, le pedane e le manopole ci permette di prendere subito confidenza con il mezzo, che risulta quindi prestante ma maneggevole. La regolazione delle sospensioni ci permette di intervenire direttamente sull’handling di guida, su qualunque tipo di asfalto. L’impostazione è ben salda sull’anteriore, ma non troppo caricata, quindi ne risulterà un affaticamento non eccessivo.

I prezzi

Yamaha Tracer 9 GT+ parte da €16.499: è questo il prezzo che la casa richiede per potervi regalare un’esperienza di guida a tutto tondo, su un prodotto veramente a fuoco che combina la potenza del CP3 all’esigenza di maggiore comodità, protezione e tanto più bagaglio.