La seconda generazione di Hyundai Kona si fa più matura: un’evoluzione nel segno di design ricercato, una tecnologia completa ed una valida elettrificazione.
Gli esterni
Ve l’avevamo anticipato durante il nostro test drive in anteprima: la Kona, nella sua 2° generazione, è stata stravolta. Il suo look è decisamente più muscoloso, più maturo, ma anche più personale. Spicca per larghezza ed orizzontalità, grazie alla fascia luminosa unica che racchiude luci di posizione e LED diurni, e per l’ampia calandra trapezoidale in nero lucido che viene abbracciata dai fari bassi, e trafitta dalle lame verniciate del paraurti specifico. La N-Line protagonista del test porta in dotazione i passaruota squadrati e verniciati, che insieme ai tagli di lama laterali donano alla Kona ancora più muscolarità, ma anche il contrasto nero di montanti, specchietti, tetto e vetri oscurati. Un altro dettaglio sono i cerchi con finitura diamantata a 5 petali squadrati: sono gommati 215-55 R18, più grandi della base da 17”. Il posteriore richiama l’aggressività e l’angolarità delle linee viste fino a qui: stripe luminosa per i fari LED, spoiler nero lucido e splitter specifico che circonda i due cannoncini dello scarico. A crescere sono anche le dimensioni: ora è lunga 4,36 m, larga 1,83 m ed alta 1,58 m, con un passo di 2,66 m. Il baule ha una capacità di partenza di 466 litri, ed arriva a 1.300 abbattendo il divanetto posteriore in configurazione 40:20:40.
Gli interni
Si può dar vita ad uno spazio tanto pulito quanto personale? Secondo noi, in Hyundai ci sono riusciti. Certo, la plancia con il doppio schermo non è niente di inedito, né i sedili contenitivi. Ma è il mix che abbiamo apprezzato. Iniziando dalla plancia, appunto, troviamo uno sviluppo orizzontale con una linearità che segue le bocchette del clima. A proposito di quest’ultimo, automatico bizona, la sua zona di controllo è sospesa rispetto alla parte alta del tunnel centrale: insieme al vano portaoggetti scavato sul lato passeggeri dona ariosità visiva. Il volante ha dimensioni forse generose per questo segmento, ma con un disegno interessante: un cerchio imperfetto, con bordi leggermente squadrati e tre razze con fregi interni in stile alluminio. Al suo centro, il logo di nuova concezione visto a partire dalla Ioniq 5: quattro punti, in codice morse, una “H”. I sedili in tessuto sono morbidi ma senza sprofondare, contenitivi e sostenitivi ma senza spezzare la schiena, un buon punto d’incontro. Il resto dei rivestimenti invece è in plastica rigida: purtroppo quasi dovunque, anche nella parte alta di plancia e pannelli porta, ma per fortuna ben assemblata, dà un’idea di solidità. Materiali concreti, quindi, che promettono di durare nel tempo e sono facilmente lavabili. Tema visibilità: non male all’anteriore nonostante i montanti e gli specchietti non finissimi, buona nel laterale, e stranamente anche nel posteriore, nonostante l’importante spoiler. Da ultimo, l’insonorizzazione: sulla nuova Kona è nella media del segmento, a livello aerodinamico si sentono alcuni fruscii a partire dai 100 km orari.
La sua tecnologia
Un aspetto esterno così futuristico non viene deluso dall’effettiva tecnologia di bordo. Nulla di troppo esasperato, è tutto al suo posto. La strumentazione di guida è completamente digitale, con diagonale da 12,3” ed un’ottima leggibilità anche sotto la luce diretta del sole, grazie alla finitura opaca. Molto completo l’infotainment, anch’esso da 12,3”, con connettività, navigazione, radio DAB, una telecamera di parcheggio dall’ottima risoluzione, ed il controllo degli ADAS. Proprio qui purtroppo c’è uno dei difetti più grandi della Kona: se infatti cruise adattivo, frenata automatica e rilevamento dell’angolo cieco lavorano bene, ed il mantenimento di corsia sia privo di effetto “ping pong” e poco invadente, ogni volta che avviamo la Kona dovremo accedere al suo infotainment, per disattivare manualmente il rilevamento di attenzione del guidatore e l’avviso sonoro dei limiti di velocità. Altrimenti saremo costretti a sopportarne i cicalini 60 volte al minuto. Speriamo che questi sistemi siano disattivabili in maniera permanente con un prossimo aggiornamento di sistema.
Parliamo di numeri
Protagonista del nostro test drive è la Kona HEV, la Full Hybrid per intenderci. Sotto il cofano monta un 1.6 4 cilindri benzina da 105 cv abbinato ad un motore elettrico: la potenza complessiva è di 141 cv con 205 Nm di coppia. Numeri che le garantiscono uno 0-100 staccato in 11,4 secondi, con una punta di 165 km orari. I consumi dichiarati sono leggermente meglio di quelli effettivi: Hyundai dichiara 4,7 l/100 km nel misto, noi ci siamo attestati sui 5-5,2 non stando neanche particolarmente attenti con l’acceleratore. Le sue emissioni sono di 106 g di cO2 per km. Il resto della gamma Kona prevede un 1.0 turbo benzina 3 cilindri T-GDI da 120 cv, classico o mild-hybrid, ma anche la Kona Electric da 204 cv, con un pacco batterie da 64,8 kWh che la alimenta per 440 km di autonomia.
Il look esterno tradisce la vera anima di questa Hyundai Kona, un’auto tendenzialmente confortevole, con un assetto morbido che permette di assorbire piuttosto bene le irregolarità della strada, ma che chiaramente restituisce dei trasferimenti di carico in sorpassi e cambi di direzione repentini. È normale, vista la sua altezza da terra. Il setup delle sospensioni non cambia con i drive mode, ma per fortuna l’ingresso ed il comportamento in curva sono sicuri in ognuno dei tre. A tal proposito partiamo da Eco, morbida e “risparmiosa”. Sport, per rendere lo sterzo più reattivo e diretto, con un acceleratore più pronto. E poi Snow, dedicato ad una gestione più tranquilla della trazione sui fondi più scivolosi. Un altro cambiamento riguarda i paddle: in modalità Eco regolano i 5 livelli dell’intensa frenata rigenerativa, da Off a Max; in Sport permettono di gestire le cambiate non eccessivamente fulminee di questo doppia frizione a 6 rapporti. Divertente quando lo richiediamo, ma tendenzialmente ne abbiamo preferito l’intelligenza in automatico. Il motore è abbastanza elastico, pronto ma soprattutto equilibrato: 141 CV sono abbastanza per quello che è a tutti gli effetti l’habitat della Kona, la città con qualche medio spostamento extraurbano. Il comando di sterzo è ben modulato, progressivo: in fase di manovra è leggerissimo, quando alziamo il ritmo diventa piacevole e deciso. L’impianto frenante infine gode di un ottimo mordente, con spazi di arresto contenuti ed una fase di pompaggio immediata: non si nota quasi per nulla la rigenerazione del pacco batterie premendo sul pedale. Brava Hyundai!
La nuova Hyundai Kona parte da €28.500, e sale a €35.500 per la Hybrid in allestimento N-Line. La protagonista di questo test drive, configurata con tetto a contrasto e verniciatura rossa, raggiunge invece €36.850.