Taigo è il primo crossover coupè di Volkswagen: ulteriore sfumatura di un mercato che punta ormai tutto sulle ruote alte. Ma come si comporta? Dove si posiziona rispetto a T-Cross e T-Roc?
Gli esterni
Iniziamo subito con il rispondere alla seconda domanda: il suo posizionamento nella gamma Volkswagen. La Taigo è un SUV di segmento B costruito sulla piattaforma MQB-A0, la stessa base della Polo e della T-Cross, per intenderci. Rispetto a quest’ultima è però più lunga di 15 cm: le dimensioni complessive parlano di 4,26 m di lunghezza, 1,76 m di larghezza ed 1,50 m di altezza. Rispetto alla T-Roc è 2 cm più lunga, 6 cm più stretta e 9 cm più bassa. Il family feeling richiama nettamente la sorella minore, con una calandra importante avvolta dai fari a sviluppo trapezoidale: sono gli IQ.Light LED matrix, molto potenti e con gli abbaglianti automatici. Anteriormente la larghezza è accentuata, oltre che dalla calandra, anche dalle modanature dei paraurti dedicate per la versione R-Line, dalla fascia luminosa anteriore e dal fascione LED e nero lucido dei fari posteriori. I passaruota sono a contrasto, secondo noi un effetto un po’ troppo offroad sulla vernice bianca, considerando anche che l’R-Line si ripropone come un allestimento sportivo. Avvolgono i cerchi da 17” di serie sull’allestimento, con i 18” come optional. Un altro dettaglio figlio della sportività è lo scarico cromato simulato, che però su un paraurti come quello della Taigo appare fin troppo esplicito nella sua pienezza. Concludiamo questo walkaround con la vista laterale, decisamente da coupè con una bella nervatura che corre per tutta la linea di cintura: il baule a sbalzo sorprende per la sua ampiezza e profondità, nonostante la linea spiovente del tetto. Ben 440 i litri contro i 390 di base della T-Roc; abbattendo il divanetto posteriore in schema 60:40 si arriva ad un volume totale di 1220 litri. Nel vano bagagli trova alloggiamento una luce di cortesia, e la ruota di scorta nel doppiofondo.
Gli interni
Come detto in passato per altre Volkswagen, anche su Taigo ci si ritrova in un ambiente familiare: una scelta, quella della casa di Wolfsburg, che punta ad una forte identità estetica interna, un po’ come per gli esterni. Sulla R Line c’è il volante in pelle dal fondo piatto, con dei pulsanti fisici e non touch. I sedili sono rivestiti in tessuto con una fantasia a scacchiera e lo schienale in Alcantara: morbidi ed avvolgenti, nelle curve contengono praticamente come un guanto. I materiali sono semplici e dagli assemblaggi molto curati: superfici morbide nella parte alta, plastiche rigide in basso, non si perde in chiacchiere neanche dal punto di vista estetico, se non per la plancia verniciata con inserti luminosi di notte. Lo spazio interno è adeguato per il segmento di un crossover compatto, dalle dimensioni che ci hanno permesso di parcheggiarlo praticamente ovunque. Chi è alto 1.85 m sta comodo sia davanti che dietro: il comfort però è giusto solo per quattro occupanti, in quanto dietro il tunnel centrale si fa sentire, e poi mancano delle bocchette specifiche del clima. Punto a favore per l’abitabilità è il fatto che il tetto diventa spiovente ad altezza baule, e non pregiudica affatto l’ingresso a bordo garantito dalle portiere che si aprono quasi a 90°, e dal divanetto posteriore a filo con la bocca d’accesso. La visibilità anteriore in marcia è buona, quella posteriore decisamente sacrificata dal lunotto stretto. In viaggio in generale si sta comodi: insonorizzazione di alto livello per un B-SUV, motore a 3 cilindri poco presente nell’abitacolo, fatta eccezione per i cold start la mattina presto, ed una bassa resistenza all’aria data dalla linea aerodinamica di questa Taigo che riduce al minimo i fruscii. Chiudiamo con due dettagli che parlano di praticità nella vita quotidiana. Gli attacchi isofix per i seggiolini sono a vista, immediati. E poi nel portaoggetti anteriore ci sono degli slot specifici per tessere e monete del carrello. Cos’altro vi serve per capire che la vocazione della Taigo è quasi esclusivamente cittadina?
La sua tecnologia
Volkswagen vizia molto la clientela di Taigo con una dotazione tecnologica decisamente completa: dietro il volante il digital cockpit da 10”, molto comodo e leggibile. Al centro della plancia lo schermo touch dell’infotainment con una diagonale di 8”. Il clima bizona si controlla ancora a sfioramento, ma la sua piattaforma verticale sotto l’infotainment lo rende più comodo nell’utilizzo rispetto ad altre Volkswagen di ultima generazione, dove si confonde un po’ con i controlli del volume della radio. Completano la dotazione infotelematica la connettività wireless di Apple Carplay ed Android Auto, e la presenza di 4 prese USB-C totali. Come vi dico sempre, però, la tecnologia è nulla se non viene dedicata in buona parte anche alla sicurezza di guida: di serie abbiamo il cruise adattivo ed il mantenimento di corsia, tra gli altri ADAS di questa Taigo anche la frenata automatica d’emergenza ed il rilevamento di stanchezza del guidatore.
Parliamo di numeri
Volkswagen Taigo è venduta unicamente con motorizzazioni benzina: si parte dal 1.0 95 CV 3 cilindri abbinato ad un cambio manuale a 6 rapporti; si sale alla 110 CV, sempre 1.0 3 cilindri, in variante manuale o automatica DSG; si conclude con la 1.5 4 cilindri da 150 CV. La 110 CV DSG è protagonista della nostra prova: un propulsore capace di 200 NM di coppia, con uno 0-100 staccato in poco meno di 11 secondi ed una punta di 190 km orari. Il motore segue la normativa Euro 6D, ed emette 135 grammi di cO2 per km. I consumi che abbiamo registrato si attestano su 6 litri su 100 km in extraurbano, e 6,5 litri in città: peccato manchino i Drive Mode per rendere l’auto più briosa o ecologica nell’utilizzo, ma questa Taigo rileva automaticamente le condizioni di viaggio entrando in veleggio, o disattivando uno dei tre cilindri.
Vi potremmo parlare della sua dinamica di guida e della reattività nelle curve, ma non è l’auto giusta. Qui tutto parla di comfort, alla fine un crossover dev’essere così: le auto sportive con grossi cerchi, assetti duri e scarichi rumorosi sono e devono essere altre. Badate bene però, se l’altezza da terra è parecchia, il comportamento dell’assetto è neutro, è stato rivisto rispetto alla T-Cross: davanti le sospensioni sono MacPherson, dietro a ponte torcente. Il rollio è poco anche a velocità sostenute, accompagnato da un buon assorbimento di buche, tombini e rotaie del tram. I colpi si sentono, ma solo a livello acustico. Il motore da 110 cv abbinato al DSG a 7 rapporti è equilibrato, forse il più consigliato nella gamma. 95 cv infatti sono pochi, 150 fin troppi tranne se si viaggia tanto o si vive in montagna. Propulsore e cambio fanno affrontare la guida a giri bassi e marce alte, tranne se si imposta la leva del DSG in Sport. Di questo cambio è ormai anche inutile parlarne, la sua fama di fluidità e velocità di cambiata lo precede. Se poco fa vi abbiamo parlato dei suoi sistemi di sicurezza, va detto che la stessa è di livello per le sue caratteristiche tecniche e meccaniche. I quattro freni a disco sono potenti e quasi instancabili, con un pedale ben posizionato e modulato. Il volante è morbido e davvero molto filtrato: ma ha un comando preciso e diretto. Tra l’altro il raggio di sterzata ha permesso di girarci, con questa Taigo, anche nelle rotatorie più strette. Ciliegina sulla torta il differenziale elettronico XDS che veicola la coppia dalle ruote con meno grip a quelle con più aderenza, e permette di affrontare anche il misto stretto senza la paura di dover andare a trovare il carrozziere.
Tempo di considerazioni finali: la Taigo come tutte le Volkswagen è concreta, ti ci abitui subito. Fa ciò che deve fare un’auto. E fa sicuramente meglio della sorella T-Cross, si avvicina molto alla T-Roc che però è concettualmente più premium e raffinata. Insomma, una via di mezzo. Ma i prezzi? La base in allestimento Life è di €24.700, si sale a €29.900 per la 110 CV R-Line abbinata al cambio DSG, con la nostra configurazione che tocca quota €31.265 configuratore alla mano. Per €1.500 infine in più ci si porta a casa la 150 CV.