Nuova Mazda 3 2023: la 2.0 mild-hybrid è divertente ed efficiente

Il restyling 2023 di Mazda3 ne mantiene l’”eleganza aggressiva” ed il comfort, uniti al divertimento di guida del 2.0 benzina manuale, sotto il segno del legame tra cavallo e cavaliere.

Gli esterni

Il look della Mazda3 in questo restyling non si distacca molto dalla generazione 2019, con il Kodo Design che continua a caratterizzare questa segmento C, al contempo armoniosa nelle linee ma piatta e bassa nella configurazione generale e nelle proporzioni, soprattutto nel frontale: parla di aerodinamica pura. Protagonisti di questo refresh sicuramente i fari, ridisegnati nelle loro firme luminose: all’anteriore sono sottili e periferici rispetto alla grande calandra in nero lucido, nel posteriore sono impreziositi da delle ciglia che ne uniscono gli elementi circolari interni. Una pecca estetica è la differenza di tonalità dei fari anteriori, con i diurni alogeni caldi e i LED freddi. Un design, quello di Mazda3, che con l’allestimento Homura spicca per la sua aggressiva eleganza, complice anche la verniciatura Polymetal Grey, optional da €700. Insomma nel traffico non passa mai inosservata, ma di questo ce ne rendevamo conto già molto tempo prima di provarla. 4,46 m di lunghezza, 1,79 m di larghezza ed 1,43 m di altezza le sue dimensioni, con un tetto spiovente, i cerchi da 18” bruniti e la vetratura privacy che ne accentuano la linea laterale filante. Ben sfruttabile e nella media il baule, con una capacità di carico che passa da 350 a 1.020 litri abbattendo il divanetto posteriore. Come sempre nel nostro video test drive tutti i suoi numeri, centimetro per centimetro.

Gli interni

Per parlarvi di questi interni non dobbiamo neanche sforzarci troppo, perché Mazda descrive le sue auto con il concetto giapponese di Jinba Ittai, e noi l’abbiamo trovato un claim decisamente accurato: parla infatti del legame armonico tra cavallo e cavaliere, o, nel 2023, tra auto e guidatore. L’abitacolo infatti è da subito accogliente e rassicurante, ci si orienta immediatamente nei suoi pochi ed ergonomici elementi: i pulsanti ben studiati sul generoso volante in pelle, perfettamente circolare; i controlli del clima al centro della plancia, pochi, giusti e con un feedback ottimale. Insomma, una visuale pulita e concreta, caratterizzata da tre livelli e altrettanti materiali soft per la plancia, uno sviluppo orizzontale per le bocchette del clima automatico bizona, e una posizione di guida regolare che invoglia a sedere in basso, godendosi tutta la grinta del 2.0 benzina, con sedili in tessuto morbidi e riscaldabili. I rivestimenti dei pannelli porta sono in pelle, plastiche e tessuto, e in diversi punti si notano le impunture rosse, caratteristica sportiva dell’allestimento Homura. Se poi in città si muove come una compatta, e non una grande segmento C, in autostrada è silenziosa, con una buona insonorizzazione e i fruscii aerodinamici ridotti al minimo; ottimi anche gli assemblaggi, per un esemplare che al momento della prova aveva percorso oltre 20.000 km. Nota dolente nel posteriore, vista l’estetica quasi da coupè: abbiamo usato spesso la retrocamera vista la vetratura un po’ sacrificata, e chi siede dietro ed è alto più di un metro e 80 potrà affrontare spostamenti solo quotidiani, complice anche il tunnel centrale alto, e l’assenza di prese di ricarica e bocchette del clima.

La sua tecnologia

La strumentazione della nuova Mazda3 prevede tre quadranti con un misto analogico sui due lati, e digitale per quello centrale da 7”. L’infotainment è racchiuso in uno schermo centrale wide da 8,8”: non è touch ma lo si controlla da un rotore sul tunnel centrale a cui ci siamo abituati subito, e che abbiamo trovato molto più sicuro alla guida rispetto allo sfioramento di un tablet che è posizionato molto in alto, lontano dal guidatore. Un sistema simile l’avevamo già apprezzato su una grande concorrente di questa Mazda3, la BMW Serie 1. La dotazione è completata dalla connettività con Apple Carplay e Android Auto, oltre che dalla ricarica wireless, due prese USB-A, i sensori a 360° e una retrocamera dalla definizione nella media. Il clima è un automatico bizona. Parlando di sicurezza questa Mazda3 non delude: un cruise control adattivo tarato molto bene, sensore dell’angolo cieco, mantenimento di corsia, frenata d’emergenza e rilevamento della segnaletica sono solo alcuni dei suoi ADAS, completati poi da un head up display ben leggibile e configurabile, e l’utile rear cross trafic alert per le manovre. 

Parliamo di numeri

Tre i suoi propulsori, tutti 2 litri benzina con tecnologia mild hybrid: 120 CV manuale e 150 manuale o automatico con lo Skyactiv-G, e l’efficientissimo Skyactiv-X da 185 CV in declinazione manuale o automatico, trazione posteriore o integrale. In questo test abbiamo provato la mild hybrid da 150 CV, con un ibrido impercettibile, la grande fluidità dell’inserimento dell’i-stop, lo start&stop di Mazda, e dei consumi non troppo parsimoniosi ma che ci aspettavamo da un 2.0 di questo tipo: in città abbiamo percorso circa 13 km con un litro, con una media nel misto tra i 6,5 ed i 7 litri su 100 km.

2 litri, 4 cilindri, 150 cv e 215 nm di coppia a 4000 giri. Uno 0-100 staccato in 9,1 secondi, con una punta di 206 km l’ora. Subito i suoi numeri, per passare rapidamente a ciò che conta davvero su questa Mazda3. Un motore aspirato e, contro ogni trend, anche bello importante, un 2.0 non sovralimentato che gira in alto, ma che a tutti gli effetti appare elastico e pronto anche ai bassi regimi. Un’erogazione progressiva ed una risposta briosa. Il merito è dato dalla combinazione con il nostro elemento preferito di questa Mazda3: il suo manuale, con una leva dalla corsa corta come quella dell’MX-5 o della CX-30, degli innesti sempre certi e soddisfacenti in ognuna delle sei marce, una rapportatura giusta e la frizione un po’ duretta. Un cambio che è più un ramo a cui ci siamo appesi per sfuggire alle sabbie mobili della noia rappresentata da un mercato di auto tutte molto simili tra loro. La prima auto manuale, un’informazione da non sottovalutare, che abbiamo trovato davvero bella da guidare persino nell’infernale traffico di Milano. La pedaliera è ben distanziata, con l’acceleratore incernierato sul pavimento e la possibilità del punta-tacco prevista persino dalle impostazioni dell’infotainment, roba da smanettoni amanti delle auto giapponesi. Come la frizione, anche il pedale del freno è duro, ma sa di sicurezza: una corsa corta ma a suo modo modulata. L’impianto è regolare nel comando e nella potenza frenante, mentre l’assetto è rigido e assorbe bene, giusto un po’ rumoroso nei colpi secchi: davanti c’è un MacPherson, dietro il ponte torcente. Una dinamica di guida equilibrata, anche divertente nel misto stretto se riuscite ad abituarvi alla combo tra un assetto sportivo ed uno sterzo troppo confortevole, decisamente filtrato e poco comunicativo. Non ha però sbavature, è sempre preciso. Insomma, non c’è nulla, davvero nulla da invidiare al trio tedesco per eccellenza nel segmento C premium. Un’ultima nota, metaforica e musicale: gli scarichi, là dietro sono veri, avreste dovuto sentirli in cold start alle 6 del mattino. Quanto ci mancavano dettagli del genere! I prezzi per la nuova Mazda3 partono da €26.500, con la nostra configurazione che arriva a quota €28.850.