Mazda2 2022: prova della mild hybrid più premium del mercato

La Mazda2 è ormai da un ventennio una compatta di successo per l’Europa: la mild hybrid di questo test è ricca di personalità, con una dotazione tecnologica e comfort di livello.

Gli esterni

Il look della Mazda2 mild hybrid non si discosta da quanto siamo stati abituati a vedere in passato: una formula che unisce eleganza e, a nostro parere un bel pizzico di aggressività che non guasta mai, soprattutto con la vernice Premium Soul Red Crystal. Un colore che ben si accompagna all’evoluzione 2022 del Kodo Design di Mazda, con linee armoniose, pulite e dalla decisa personalità. Il muso punta tutto verso il basso, con un’ampia calandra nera lucida ad elementi tridimensionali che sembra voler prendere più aria possibile. Lo sguardo elegante dei full LED, di serie su tutti gli allestimenti, prende una forma a C ruotata, mentre su mascherina anteriore e paraurti posteriore ci sono importanti cromature che donano varietà e rifinitura agli esterni della Mazda2. Degna di nota la nervatura che parte dal faro anteriore e corre fino allo sportello guidatore, oltre che il design Bright dei cerchi in lega da 16” di serie. Nel vano bagagli ci sono ganci, corde e una luce di cortesia: la capacità passa da una base di 280 litri a 950 abbattendo il divanetto posteriore: così facendo si viene però a creare uno scalino sul pavimento del baule. Come sempre le dimensioni centimetro per centimetro di questo bagagliaio: largo 100 cm, alto da 55 ad 87 cm, profondo da 40 a 71 cm, con una bocca d’accesso alta da 75 a 90 cm ed uno scalino di 22 cm; la soglia da terra infine si ferma a 75 cm.

Gli interni

Mazda2 2022 è una segmento B realmente premium, non solo sulla carta. L’intero abitacolo è rivestito di materiali piacevoli al tatto, morbidi e ben assemblati. Plastiche su plancia e pannelli porta, pelle per volante e pomello del cambio, pelle e alcantara sui sedili. Il tutto condito da cuciture a contrasto e qualche superficie in carbon look. Nel complesso un aspetto pulito e razionalizzato, una cittadina concreta ma per nulla spartana. La posizione di guida è un ottimo compromesso: i sedili sono avvolgenti e contenitivi, e la seduta non è bassa come su una Miata o alta come su CX-60, l’ideale per la città. E a proposito del comfort urbano, lo Start&Stop è morbido ed impercettibile, le ripartenze sono aiutate molto dal sistema ibrido; e anche l’insonorizzazione è di livello. Sul volante i pulsanti sono molto ergonomici e ben studiati, ne risulta un utilizzo intuitivo e veloce. I sedili di questo allestimento sono anche riscaldati, una goduria con l’inverno rigido di questo periodo a Milano. Peccato per l’assenza del poggia-braccio, per noi non dovrebbe mai mancare: qui è un optional da quasi €300. Dietro, la Mazda2 è giusta per qualche breve spostamento, soprattutto se siete alti quasi 1.85 m: l’ingresso a bordo non è esattamente arioso, in più ci sono un tunnel centrale un po’ alto ed i finestrini dalla linea spiovente che non scendono completamente. Se invece siete su 1,70 m non avrete nessun problema.

La sua tecnologia

Tanta e di livello la tecnologia presente su Mazda2. L’allestimento Exclusive in prova rende questa segmento B realmente alla pari con auto di categorie superiori. Al centro della plancia un tablet sospeso da 8” controllabile sia dal fluido touch screen che dal joypad sul tunnel centrale. Racchiude il navigatore, la radio DAB, il bluetooth e anche la connettività via cavo con Android Auto, ma anche wireless con Apple Carplay. Il cablaggio comprende due USB-A, l’AUX-IN e una presa a 12V. A 360° sensori e retrocamera, si spera nelle prossime e future Mazda2 una migliore risoluzione d’immagine delle telecamere. Sotto lo schermo tre comodi rotori fisici per controllare le funzioni del clima automatico, fluido e silenzioso nell’utilizzo. Dietro il volante una strumentazione analogica che pone il contagiri al centro, e le informazioni di trip e cambio marcia sui lati in digitale, sembra quasi di stare su una moto. Infine sull’head up display informazioni relative a velocità e lettura della segnaletica stradale, tutto ben leggibile e contrastato. Una tale suite di tecnologia sarebbe vana senza una sana dose di sistemi di sicurezza ed assistenza alla guida. Il sistema i-Activsense comprende navigatore, abbaglianti automatici, rilevamento dell’angolo cieco, frenata automatica d’emergenza anteriore e posteriore, e rilevamento di stanchezza del guidatore. La Mazda2 in prova, poi, è dotata di cruise control adattivo, mantenitore di corsia, lettura dei cartelli stradali e rilevamento pedoni. Un sistema molto intelligente in merito alla sicurezza di guida di Mazda2 è il G-Vectoring Control Plus: in base alle condizioni di guida e ai comandi del guidatore sullo sterzo, agisce attivamente ma impercettibilmente sulla coppia e sui freni delle ruote esterne in curva, per migliorare la stabilità di guida.

Parliamo di numeri

La gamma Mazda2 comprende solo motorizzazioni benzina. 1.5 4 cilindri da 75 CV o mild hybrid da 90 per la e-Skyactiv G. Oppure 1.5 3 cilindri VVT full hybrid da 92 CV, montato sulla gemella della Toyota Yaris. Il 1.5 della nostra Mazda2 mild hybrid eroga 90 CV a 6000 giri/min, con 150 Nm di coppia a 4000 giri/min. La velocità di punta si ferma a 183 km orari, con un’accelerazione nello 0-100 di 9,8 secondi. Le emissioni dichiarate sono di 107 g di cO2/km, mentre Mazda dichiara consumi nel misto secondo il ciclo WLTP di 4,7 litri su 100 km. Con una media cittadina di 6,4 litri e nel misto di 6 litri ogni 100 km di percorrenza, abbiamo registrato quindi dati diversi. Il propulsore è prontissimo in città, per quanto il cambio la faccia girare alto e i passi di montagna non siano ovviamente il suo habitat. Forse col turbo sarebbe stata più briosa. Giuste le 6 marce ma solo in extraurbano, con l’ultimo rapporto che è unicamente di riposo. Il cambio manuale è piacevole: certo, gli innesti di MX-5 sono ancora inarrivabili, ma è comunque un bel divertimento. Di certo questa Mazda2 non sembra una segmento B cittadina: ha una guida spumeggiante, caratterizzata anche dallo sterzo piuttosto preciso e un assetto decisamente rigido, ma che non distrugge le colonne vertebrali sui binari dei tram milanesi. I dischi freno sono da 258 mm all’anteriore, a tamburo dietro, con un lavoro dell’impianto frenante sempre prontissimo. Il pedale centrale è ben modulabile mentre l’acceleratore è incernierato sul pavimento e… ci siamo capiti! Lo schema sospensivo è un classico MacPherson anteriore e a ponte torcente al posteriore. Degli ADAS ne abbiamo già parlato, ma anche telaio e assetto rendono questa “Mazdina”, come abbiamo iniziato a chiamarla durante le settimane di prova, una piccola davvero sicura: i cambi di direzione più bruschi non l’hanno scomposta chissà quanto, né a livello di presa sull’asfalto né dal punto di vista dei coricamenti laterali. Ultimo capitolo: quanto cambia la ibrida dal benzina? Se non fosse per consumi ed emissioni, non ce ne saremmo proprio accorti. Non per lo stile di guida, ancora meno per la filosofia di utilizzo dell’automobile. Se infatti sulle mild hybrid tradizionali non esiste la paranoia del cambio batterie dopo qualche anno come sulle elettriche, su Mazda2 ancora meno perché di batterie non ce ne sono proprio: al loro posto un super-condensatore che ha meno capacità ma si fa perdonare con ricarica ed erogazione di energia molto più rapide. Quattro gli allestimenti: Evolve, la grintosa Homura, l’intermedia Exceed e la top di gamma Exclusive protagonista di questo test drive. Parlando dei prezzi, infine, la base è di €19.000, arrivando ai €24.150 della Exclusive ed i €25.250 della nostra configurazione.