Lancia, Maserati e… Le Auto del Presidente della Repubblica Italiana

Sono celebri le auto di governanti e regnanti del mondo: dalle Rolls-Royce britanniche della Regina Elisabetta II alle Audi blindate di Vladimir Putin, passando per la mastodontica Cadillac limousine del Presidente degli Stati Uniti d’America. Ma non tutti sanno da cosa è composto il garage del Presidente della Repubblica Italiana.

Eterne Lancia

Tristemente dimenticate oggi dalla dirigenza FCA, le Lancia sono ancora ricordate – e amorevolmente conservate – al Quirinale. La più memorabile è sicuramente la Flaminia 335: in occasione della visita ufficiale della Regina Elisabetta nel 1961, fu commissionata a Pininfarina una Lancia Flaminia speciale per sostituire l’ormai vecchia Fiat 2800, usata sin dal 1939. Ne furono prodotte 5, di cui una donata proprio alla Regina d’Inghilterra ed una attualmente conservata al MAUTO di Torino, con un passo allungato a 335 cm (da qui il nome) dai 287 originali, a causa dell’aggiunta di una pompa elettrica del carburante di scorta. Le 4 rimaste in Italia portano i nomi dei cavalli del Quirinale: Belfiore, Belmonte, Belvedere e Belsito. La dotazione speciale che le differenzia dalle normali Flaminia comprende alzavetri elettrici, separé in vetro abbassabile tra la zona guida e la parte posteriore e un’autoradio per i sedili posteriori. Le dimensioni maggiori la fanno pesare oltre 2 tonnellate. Da non dimenticare anche le differenze di carrozzeria: le prime tre Flaminia 335 immatricolate erano cabriolet, la quarta ha il tetto non removibile per il guidatore. Tra i presidenti che l’hanno utilizzata ci sono Gronchi, Segni, Saragat, Scalfaro e Ciampi, e la sua carriera continua ancora oggi per l’insediamento presidenziale e la parata del 2 Giugno, con l’unica eccezione di una Festa della Repubblica piovosa nella quale l’allora Presidente Napolitano fu costretto ad utilizzare una moderna “Lancia” Thema. Non solo Flaminia, però, perché nel corso degli anni il Presidente Scalfaro è stato visto utilizzare una Lancia Thema, quella classica, e attualmente sono a disposizione del Presidente Mattarella due Lancia Thesis blindate, con sistemi quali visione notturna, vetri antiproiettile a cinque strati, sacche di sangue del gruppo sanguigno del Presidente, telefono satellitare e sistema antincendio. Una delle due Thesis è in carrozzeria limousine.

Le Maserati

Nel 1983 Maserati ha prodotto per il presidente Sandro Pertini una Quattroporte molto speciale, verniciata in colorazione “Dark Aquamarine” con interni in velluto beige. Caratteristica la presenza di un porta pipa con ampio portacenere tra i sedili posteriori, personalmente richiesta dallo stesso Pertini. L’auto aveva anche un telefono, un interfono per l’esterno e un minibar. Questa Quattroporte era ovviamente blindata con una lamiera al manganese per il telaio e vetri spessi 31 mm. Memorabile l’aneddoto sulla visita a Maranello nel 1983, allo stabilimento Ferrari: il Drake Enzo Ferrari rimase fermo all’ingresso, invece di andare incontro a Pertini, rifiutandosi di avvicinarsi ad un’auto prodotta da una casa “rivale” come il Tridente, e fu il Presidente stesso a doversi avvicinare a Ferrari, camminando per una decina di metri. Come per le Lancia, inoltre, anche la flotta presidenziale di Maserati comprende una Quattroporte dell’era moderna: verniciata in “Blu Istituzionale”, con interni in pelle naturale Pieno Fiore morbidissima e bespoke, delle finiture in piano black e un abitacolo insonorizzato. E’ ovviamente dotata di portiere blindate e sistemi simili a quelli presenti sulle Thesis, con un’aggiunta confortevole come la funzione motorizzata “autoclose”, per aiutare i Presidenti più avanti negli anni a chiudere le pesanti portiere blindate. Di recente ha fatto discutere una recente uscita ufficiale del Presidente Mattarella, nella quale è stato visto a bordo di un’Audi A8L Security invece della Quattroporte. Il suo staff avrà sicuramente avuto motivazioni di sicurezza, avendo l’Audi dei sistemi di sicurezza di fabbrica invece che modificati successivamente come sulla Maserati, ma in un periodo storico come quello che sta vivendo l’automotive italiano, servirebbe sicuramente più fiducia e amore verso il Made in Italy su ruote.