Hyundai Tucson 2023: come va la plug-in (Test Drive)

Forte personalità, interni e tecnologia ricercati, ed un’ampia scelta di motorizzazioni. Ecco gli ingredienti del successo di Hyundai Tucson, in variante plug-in hybrid per questa prova.

Gli esterni

Sin dal suo debutto a fine 2020, Tucson ha saputo distinguersi con stile dal resto della gamma Hyundai, con un disegno inedito e molto personale che le dona un’estetica imponente, accattivante e futuristica. A colpire è immediatamente la fanaleria anteriore che ricorda le piume delle ali d’aquila, integrando i full LED nella calandra brunita. La fiancata è caratterizzata da modanature che somigliano ai tagli di una tela pittorica, dai passaruota squadrati che racchiudono i cerchi da 19”, e dalle protezioni in plastica per la parte bassa della carrozzeria. Il montante C con finitura satinata divide il tetto proprio dalla carrozzeria, verniciata in Amazon Grey, dal costo di €750. Nel posteriore infine spiccano i fari LED coast-to-coast con un design a graffio, ed il logo Hyundai nella parte bassa del lunotto. Un’auto sicuramente importante nelle dimensioni, questa Tucson, con proporzioni che però vanno a slanciarne la linea: 4.50 m di lunghezza, 1.86 m di larghezza ed 1.65 m di altezza, con un passo di 2.68 m. Il portellone è elettro-attuato, e cela un baule da 558 litri per la plug-in hybrid, contro i 616 litri della full, e cresce fino a 1721 abbattendo il divanetto posteriore. Le dimensioni ve le lasciamo a schermo, ma vi consigliamo anche di stare attenti con la regolazione dello schienale posteriore: certo, permette grande comfort sia per i passeggeri che per modulare il carico del bagagliaio, ma in alcune configurazioni nasconde poco il carico da occhi indiscreti, nonostante la cappelliera.

Gli interni

Un abitacolo molto curato sia a livello estetico che costruttivo per questa Tucson. Si viene circondati da elementi curvi orizzontali come quello delle bocchette del clima che corrono fino ai pannelli porta. La sensazione è quella di un SUV spazioso e confortevole, con la nostra configurazione che prevede gli interni in pelle nera traforata con le regolazioni elettriche anteriori, riscaldamento e ventilazione dei sedili anteriori, e riscaldamento per volante e sedili posteriori: il tutto racchiuso nel Pack Lounge da €2.450. La posizione di guida risulta così sartoriale, e ben si accompagna alla buona visibilità soprattutto nell’anteriore, alle proporzioni piuttosto intuitive della Tucson in fase di parcheggio, e alla buona insonorizzazione. La plancia e le portiere sono rivestite con diversi materiali ben assemblati: tessuto, nero lucido, plastiche morbide e similpelle. È dietro però che si nota tutta la comodità interna della Tucson: i sedili sono anche regolabili in inclinazione, ci sono le tendine parasole, le bocchette dedicate per il clima automatico tri-zona, due prese USB di ricarica ma soprattutto un tunnel piatto che permette di sedersi comodamente anche al centro. Un miraggio per una trazione integrale meccanica. Ciliegina sulla torta per un viaggio in business class le regolazioni elettriche del sedile passeggero anteriore anche da dietro:  per regolarlo quando non c’è seduto nessuno ed avere il massimo spazio per le gambe.

La sua tecnologia

Molto vasta la dotazione tecnologica della Tucson. Partendo da comfort e intrattenimento troviamo la strumentazione di guida interamente digitale e personalizzabile, da 10,25”, e lo schermo dell’infotainment dalle stesse dimensioni, perfettamente integrato nella plancia, spiovente ed inclinato verso il guidatore. Le funzionalità ci sono tutte, dalla connettività con Android Auto ed Apple CarPlay a quelle relative all’elettrificazione, come la programmazione di ricarica e climatizzazione, ed il range EV che integra nel navigatore la distanza massima percorribile con una sola carica, e la localizzazione delle stazioni di ricarica. A livello di comfort troviamo i quattro sedili ventilati, il volante riscaldato e l’impianto audio Krell di buona qualità. Ma anche la ricarica wireless per lo smartphone, quattro prese USB-A ed una 12V. Peccato che la maggior parte dei comandi sul tunnel centrale e la plancia sia touch, anche il clima: forse un po’ troppo ed un po’ troppo impolverabile. Ultimo capitolo tech, ma non per importanza, gli aiuti alla guida: tra gli ADAS di questa Tucson ci sono il cruise control adattivo, la frenata automatica d’emergenza ed il rilevamento dell’angolo cieco con la vibrazione del volante, quando stiamo per effettuare un sorpasso ed un veicolo “nascosto” sopraggiunge alle nostre spalle.

Parliamo di numeri

Piuttosto ampia la scelta in fatto di motorizzazioni per Hyundai Tucson. La plug-in della nostra prova è accompagnata dalle varianti mild e full hybrid, entrambe 1.6 4 cilindri rispettivamente da 150 e 230 cv. Per fortuna sopravvive anche il gasolio, sempre 1.6 in configurazione classica da 116 cv oppure mild hybrid da 136. Ma come detto, protagonista di questo test drive è la Tucson plug-in hybrid: monta un 1.6 turbo benzina da 180 cv abbinato ad un elettrico da 91 cv: è alimentato da una batteria montata sotto il baule da 13,8 kWh, e fa raggiungere la potenza complessiva a 265 cv e la coppia a 350 nm. Le prestazioni sono di tutto rispetto: 190 km orari di punta con un’accelerazione da 0 a 100 compiuta in 8,2 secondi. Ma sono i consumi uno dei capitoli più interessanti: 5,2 litri su 100 km nel misto, che salgono a 6,5 litri con la batteria scarica, trasformando questa Tucson in una full hybrid. Con una ricarica, compiuta in meno di 2 ore grazie al caricatore di bordo da 7,4 kW, si possono percorrere circa 60 km in elettrico, ma raggiunto il 15% di carica la modalità EV non si attiva, per preservarne il livello e permettere l’accensione e le ripartenze in elettrico. I grammi di cO2 per km dichiarati sono 31: così con questa Tucson si può avere accesso a tutte quelle ZTL e centri storici riservati ai veicoli meno inquinanti, come l’Area C di Milano.

La variante plug-in hybrid di Hyundai Tucson porta in dotazione ovviamente un pacco batterie che sì, aumenta innegabilmente il peso sulla bilancia: oltre 1800 kg, 400 in più rispetto al motore termico e poco meno di 200 rispetto alla full hybrid. Ma tutto ciò ha anche dei vantaggi in termini di dinamica di guida: se è vero infatti che non è montato sul pianale per offrire un baricentro da auto elettrica, il suo posizionamento nel baule, in combinazione col motore anteriore, migliora decisamente il bilanciamento dei pesi. Questo insieme alla trazione integrale si traduce in un comportamento su strada bello dinamico, ma soprattutto sicuro e senza incertezze. Rimane un SUV dall’assetto confortevole e morbido, ne risulta quindi un po’ di rollio nelle curve più veloci, ma un bel fluttuare anche sul pavé milanese. Per fortuna i sedili ci sostengono bene. Il motore a benzina è molto silenzioso, con un passaggio da elettrico a benzina che, fa strano a dirsi, è quasi impercettibile. Ha un’erogazione fluida e piena, merito ovviamente della tecnologia ibrida alla spina, ma anche del cambio automatico a doppia frizione e 6 rapporti non rapidissimo ma caratterizzato dall’impercettibilità delle cambiate. È un shift-by-wire, quindi troviamo i pulsanti per la marcia; peccato la mancanza dell’inserimento automatico dell’e-brake. Il volante ha dimensioni equilibrate ed un comando di sterzo solido e preciso: dietro monta i paddle per il cambio sequenziale, che non permettono di regolare la frenata rigenerativa. A tal proposito l’impianto frenante ha un buon mordente, con la primissima fase della corsa pedale dedicata proprio alla rigenerazione delle batterie, e quella immediatamente successiva per il pompante. Concludiamo con le diverse modalità di guida: la trazione elettrificata può essere selezionata con un pulsante sul tunnel centrale per le modalità automatica, ibrida o 100% elettrica EV. Sempre dal tunnel si possono scegliere i drive ed i terrain mode: questi ultimi snow, mud e sand, cioè neve, fango e sabbia, regolano la trazione in base a diversi tipi di manto stradale. O sarebbe meglio dire fuori-stradale. I drive mode veri e propri sono invece eco, con un volante morbido ed un lavoro più calmo di motore e cambio, e sport, con la sterzata che si fa più rigida e diretta e l’accelerazione più reattiva. La regolazione delle sospensioni invece non cambia a seconda delle modalità di guida.

Concludiamo con i prezzi: Hyundai Tucson parte da €30.900, che salgono ai €47.600 della variante plug-in, passano ai €49.500 dell’allestimento Excellence e arrivano ai €50.250 della configurazione protagonista della nostra prova.