Tanta, troppa la burocrazia dell’automobile nel nostro paese. Abbiamo deciso quindi di fare chiarezza: iniziamo dal capire cos’è l’IPT, come si calcola e chi non la paga.
Cos’è l’IPT
IPT non è altro che l’acronimo di “Imposta Provinciale di Trascrizione”, una tassa che cade sulle auto immatricolate nello stato italiano, istituita dall’articolo 13 del Decreto legislativo n. 446 del 15 dicembre 1997. È un’imposta pagata per iscrivere, trascrivere e annotare la propria auto sul PRA, il pubblico registro automobilistico. Data la sua natura provinciale, l’IPT viene appunto pagata nella provincia in cui viene immatricolato il veicolo, ogni volta che si acquista una vettura nuova o usata non immatricolata: ciò la rende una tassa da pagare una tantum. Quando in un annuncio viene pubblicizzata la vendita di un’auto da parte di un concessionario, una formula comune è “prezzo chiavi in mano con messa su strada”: questa formula intende che, nel prezzo pubblicizzato, sono incluse tutte le imposte, compresa quindi l’IPT.
Come si calcola l’IPT
Esattamente come altri tipi di imposte sulle autovetture, come ad esempio il bollo auto, anche il calcolo dell’IPT avviene in base ai kW del motore: la base è di €151,00 da 0 a 53 kW, e cresce di €3,51 per ogni kW in più. Un esempio pratico può aiutare a capire come si calcola l’IPT: se la mia auto ha un motore da 88 kW, pagherò €151,00 di base più €122,85 (€3,51 moltiplicato i 35 kW eccedenti), per un totale di €273,85. Il calcolo dell’IPT auto però non si ferma qui: molte province hanno previsto una maggiorazione fino al 30% del totale. Aosta, Bolzano e Trento sono le uniche dove non è prevista l’addizionale, con la tariffa base di €3,51 per kW eccedente come previsto dal decreto; a Matera la cifra sale del 10%, ammontando ad €3,86 per kW; a Ragusa sale de 15%, risultando in €4,04 per kW; ad Arezzo, Avellino, Bari, Benevento, Carbonia-Iglesias, Grosseto, Latina, Lecce, Pescara, Pordenone, Reggio Emilia, Siracusa, Trieste, Udine e Vicenza l’addizionale è del 20%, €4,21 per kW eccedente; Crotone, Ferrara e Sondrio prevedono una maggiorazione del 25%, ossia €4,39 per kW, mentre l’addizionale massima del 30%, ovvero €4,56 per kW eccedente è prevista nelle restanti province italiane.
L’IPT sull’auto storica
L’IPT auto è prevista anche per i veicoli storici, in forma però ridotta: la tassa in questo caso ammonta a €51,65. Non tutte le “vecchie” auto godono di questa riduzione, ma solo i veicoli storici non aziendali costruiti da oltre trent’anni, quindi quelle auto non utilizzate nell’esercizio di attività d’impresa, arti o professioni. La Provincia Autonoma di Bolzano ha previsto un’anzianità ridotta, di vent’anni invece che trenta.
Chi non paga l’IPT auto
L’IPT è una tassa che si paga solo sulle auto, escludendo le minivolture – cioè le vendite da un privato ad un concessionario – ed escludendo altresì le moto. Ma i casi in cui si è esenti dal pagamento dell’IPT non si fermano qui. Infatti non pagano l’IPT sulle loro auto acquistate, le associazioni di volontariato, secondo l’articolo 8 della Legge n. 266 del 1991. Inoltre i disabili, nel momento dell’acquisto di un’autovettura, non pagano l’IPT, dovendo però rientrare in una delle tre seguenti categorie: si dev’essere diversamente abili con ridotte o impedite capacità motorie permanenti i cui veicoli siano stati adattati per la loro locomozione, secondo l’articolo 8 della Legge n. 449 del 1997; oppure diversamente abili psichici o mentali di tale gravità da aver determinato il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento, secondo quanto previsto dall’articolo 30, comma 7, della Legge n. 388 del 2000; infine i diversamente abili con grave limitazione alla capacità di deambulazione o affetti da pluriamputazioni, a prescindere dall’adattamento del veicolo, secondo lo stesso articolo della L. 388/00. In tali ultimi tre casi, l’auto dev’essere intestata al diversamente abile stesso o alla persona alla quale si è a carico fiscalmente, presentando una richiesta allegata dalla fotocopia del libretto, dalla patente di guida speciale, seguita da certificati medici ed un’autocertificazione della dichiarazione dei redditi della persona di cui si è a carico, nel caso l’auto sia intestata a quest’ultima.